giovedì 6 giugno 2019

LA TRATTATIVA - kramer contro kramer

Si dice che ognuno di noi abbia un bambino interiore e che di lui bisogna prendersi cura amorevolmente.
Al momento il mio bambino interiore sembra essere Megan MacNeil la splendida bambina protagonista dell’esorcista!!!
Potrebbe anche essere una splendida bambina se solo non urlasse, piangesse e si lamentasse di tutto e di tutti ma soprattutto di me stessa.
Si ribella a cose del tutto normali, si ribella a luoghi o persone, scalpita quando esco, quando incontro persone, quando sono sola, quando guido, quando c’è rumore e quando c’è silenzio, “Lei – Megan” scalpita come se tutto ciò le mettesse paura…  e le desse fastidio, strilla che vuole tornare a casa mettersi sotto le coperte chiudere gli occhi e restare lì accoccolata al caldo ed al sicuro.
Inutile dire che trova modi del tutto singolari per farmi capire che vuole stare al timone della mia vita, a volte mi fa tremare, a volte non mi fa trovare le parole, a volte mi parla incessantemente tanto da non consentirmi di ascoltare chi mi sta intorno. E’ un dialogo infinito tra me e lei… tra me e me tra me e non so chi, ma è comunque un dialogo incessante.
Alle volte è più o meno così: Voglio tornare a casa, voglio tornare a casa in un crescendo di note e poi arriva l’acuto.
Oppure… sto svenendo, sto vomitando, non respiro, ho la nausea e mi sta per rompere il collo in un crescendo di note e poi arriva l’acuto.
La psicoterapia TCC ti dice - Fase I - di non ascoltarla di portare l’attenzione altrove… di provare e riprovare, sposta l’attenzione, canta, canta e pensa a lavorare, lavora e pensa ai viaggi che potresti fare, pensa a come arredare un ipotetico giardino, oppure pensa a cosa faresti se fossi tu al timone della nazione, pensa al sole, al cielo ed alla luna, descrivi la tua stanza, descrivi i tuoi colleghi e buttati in conversazioni sterili con i tuoi colleghi attempati che parlano di malattie, di cucina o dei loro figli… interessante Cazzo!!! Se non fosse che io un po’ sociopatica lo sono sempre stata e che dopo tre secondi esatti mi viene da pensare che sarebbe meglio essere lobotomizzati!
Fase II – Ignorala non fare niente sai che questa vocina non ha senso … è la paura che ti parla… non dire e non fare niente… non ti innervosire, non reagire lasciala scorrere… una sorta di morto a galla… e poi riemergi, così si dovrebbe passare da un acuto a una dolce voce di sottofondo, fino al silenzio, che bello il silenzio peccato arrivi solo quando dormo, perché (è questo vale per tutti gli ansiosi cronici) chi è in ansia ha anche un subbuglio dentro da far invidia alle reti dei pescatori ingarbugliatissime… e se non sei esperto resti lì, tu fissi la rete e la rete fissa te!
Una battaglia lunga ed estenuante che dura da tre anni a metà tra le crociate e la I guerra mondiale, inutile dire, dispendio di energie a parte, che i risultati sono lenti ad arrivare.
Fase III – tempo e pazienza – fare piccoli passi nella giusta direzione – accorgersi dei piccoli cambiamenti e complimentarsi con se stessi per ogni piccolo passo. Ho paura di guidare e non so perché, bene guido e mi dico che sono stata bravissima, Io…: cazzo guido da 40 anni e mi sono rotta i coglioni di essere diventata una che si spaventa della sua stessa ombra! SIPARIO!!!!
Ho paura di andare in un posto (qualsiasi posto) vado e cerco di stare serena (ahahahhah rido da sola) allora ci vado ed anche se poi ci sto una merda mi dico ma che sono brava ci sono andata. Io…: ma è mai possibile che devo avere paura e non so neanche io perché e mi rovino le giornate da sola!!!! Cogliona!!! SIPARIO!!!
Ma nel frattempo, devi lavorare e relazionarti e la testa ti esplode, perché pensare troppo e male ti stressa!!!!
Fase IV – la scrittura – scrivere i tuoi pensieri per far sì che escano dalla tua testa e non ti avvelenino… ecco questo è veramente liberatorio… non a caso tutti gli ansiosi cronici scrivono, scrivono sui forum dedicati per cercare rassicurazioni sulle proprie paranoie confrontandosi sui sintomi e le seghe mentali, scrivono a tutti loro amici cercando rassicurazioni, scrivono libri e blog, comunque scrivono, e allora scrivo pure io, scrivo per esternare sensazioni e parole, lato positivo della scrittura ti stressi meno rispetto a sposta l’attenzione, non riversi queste cagate sugli altri… ed alle volte se riesci a rilassarti, la scrittura ti strappa anche un sorriso. La scrittura è terapeutica almeno per me. Lato negativo non puoi scrivere tutto il giorno!
Avevo anche provato a rilassarmi con la pittura (dipingo anche bene), con la musica, la lettura (adoro leggere, anche se ultimamente sono diventata monotematica), la corsa, lo yoga, arrampiacata sportiva indoor ed outdoor ma niente mi rilassa come scrivere i miei pensieri e le mie sensazioni, un racconto infinito di lacrime e risate, perché l’ansia è anche divertente, dipende da quale prospettiva la si guardi.
Io ho sperimentato cose incredibili quando la mia ansia esce allo scoperto!!!
Alcune volte quando i sintomi fastidiosi si ritirano per un po’ e quindi la mia ansia è solo mentale riesco anche a divertirmi… dissimulare le proprie paure quando ci si ritrova in contesti sociali è la cosa più buffa che possa esistere, soprattutto quando gli altri interpretano i tuoi sguardi ed i tuoi gesti come qualcosa di unico e magico, mentre tu dentro ti senti morire. E’ bello quando le persone che sono con te, ignari del tuo senso di morte, ti guardano e ti dicono: “i tuoi occhi brillano si vede che per te è un momento unico”, oppure “vorrei essere come te che sei sempre così tranquilla”, è carino anche il …”tu sì che puoi fare tutto”, ma il top è… “io so a cosa stai pensando” (è questo è il momento più divertente … si lì rido di gusto , e penso allora ti prego dimmelo perché io non ne ho la più pallida idea sento solo parlo confuse che viaggiano alla velocità della luce) tu stai pensando e lì si aprono scenari inimmaginabili, allora io per carineria annuisco e dico: “e già stavo proprio pensando a questo mi leggi nel pensiero.”
Ma la scena madre quella che mi strappa un sorriso è questa:
Tardo pomeriggio, mi decido e telefono ad mio amico (al quale tengo particolarmente) chiedendogli se aveva voglia di incontrarci in un negozio di libri in centro perché volevo acquistare un libro e poi fare una passeggiata, chiamo … bla bla bla.. lui dice si. Chiudo la chiamata e ansia, panico, ommiodio, devo uscire allarme rosso, allora respira, respira, respira e prego dio di farmi diventare solo per quelle poche ore Mahatma Gandhi, di farmi ritornare a tre anni prima quando non mi si scatenava il panico per un uscita, gli dico che se mi avesse aiutato in cambio avrei portato coperte a tutti i senzatetto della mia città per un anno, due anni, cazzo, tre anni, NIENTE Dio era impegnato con altro giustamente (e poi sapeva che una con l’ansia non esce di notte a portare coperte agli sconosciuti).
L’ansia era galoppante, che faccio:
ipotesi 1) lo richiamo e gli dico che non ero io al telefono.
Ipotesi 2) lo richiamo e gli dico che mi sono accorta solo adesso di aver subito un intervento agli arti inferiori nella notte, ecco gli dico non so come ma mi hanno amputato le gambe questa notte, scusa ma non posso proprio uscire.
Ipotesi 3)  lo richiamo e bla bla bala bla
Ipotesi 4) ESCO LO STESSO.
Naturalmente è questo lo si impara nel tempo ci esce lo stesso – la prima cosa che impari in terapia è: NON DEVI EVITARE DI FARE LE TUE COSE PERCHE’ TI AUMENTA L’ANSIA, TANTO GIA’ CE L HAI, CHE TI CAMBIA.
Quindi, mio malgrado, e giusto per dare un senso anche a tutti i soldi spesi in questi anni scelgo la 4, la fottuta ipotesi 4.
Guido tremante lungo le strade insidiose della mia città, posteggio, raggiungo il luogo dell’incontro come una sposa che si incammina lungo la navata che la porterà all’altare, non vedo niente, tutto è offuscato (evidentemente camminavo come uno scoiattolo impazzito), mi fermo un secondo per cercare di capire dove mi trovo, perché mi trovo lì e riprendere un minimo di confidenza con me e con i miei arti pietrificati, ci riesco!!! Bene, apro la porta del negozio, mi ritrovo davanti il mio amico, le gambe stanno per piegarsi e cedere sotto la forza di un improvviso svenimento, (naturalmente non sono mai svenuta , ma la sensazione non ti agevola molto durante il giorno) allora… riesco con un balzo ad appoggiarmi a lui esausta (per fortuna lui è altissimo ed il mio viso arriva alla sua pancia) mi appoggio, mi sforzo affinchè il collo pietrificato non si rompa e riesca a farmi dare uno sguardo al suo viso anche perché fissargli la pancia non sarebbe stato il massimo e poi dovevo pur salutarlo, in qualche modo dovevo arrivare al suo viso, così alzo lo sguardo mi veniva da piangere dissimulo faccio un sorriso e dico: “ma tu con questo cappotto stai benissimo”, mi fa male tutto, allora lo fisso un secondo per riprendere fiato…sfodero uno sguardo raffinato, occhi lucidi a cerbiatto, silenzio…  e lui con fare compiaciuto, quasi entusiasta di quella mia struggente performance mi dice : “non mi avevi mai guardato così!!!” quasi a dire ma stai flirtando con me??? ed io: “deve essere perché oggi indossi questo cappotto, sei bellissimo!!!”.
Risultato avevo appena flirtato con il mio amico che conosco da ben dodici anni!!!! SIPARIO
Fase V – accettazione – questa è fresca fresca, non ne so ancora molto.
Ma… ho deciso di darmi una tregua. Provare a far dialogare questa parte di me irrazionale con quella razionale, dando ad ognuna una propria voce, senza gridare, urlare e piangere. Accettazione ed ascolto. Sono curiosa e ansiosa, fiduciosa e sfiduciata, triste e felice, insomma una bipolare con l’ansia! dai che ne esco fuori alla grande!!!
O

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