giovedì 13 giugno 2019

C ERA UNA VOLTA L'AMIGDALA

Estenuante lotta tra me l’amigdala – psicoterapia o psicoterapia e farmaci??? Dilemma parte prima
Per i non addetti ai lavori l’amigdala è un raggruppamento di diversi nuclei localizzati in profondità dei lobi temporali degli emisferi cerebrali e connessi reciprocamente con l’ipotalamo, l’ippocampo e il talamo. E’ la regione cerebrale più strettamente connessa alle emozioni, essa è formata da nuclei del complesso basolaterale, un nucleo centrale e la stria terminale.
Il principale destinatario delle afferenze sensoriali che raggiungono l’ amigdala è il complesso basolaterale (nuclei basolaterali); questi ricevono informazioni che provengono da due fonti: i nuclei sensoriali del talamo e le aree sensoriali primarie della corteccia cerebrale.
Dal complesso basolaterale le informazioni vengono trasmesse al nucleo centrale, che è la principale zona efferente dell’ amigdala. Il nucleo centrale proietta all’ipotalamo laterale e alle regioni del tronco dell’encefalo che regolano le risposte del sistema nervoso autonomo agli stimoli con valenza emozionale. Tramite queste connessioni la stimolazione elettrica del nucleo centrale provoca aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa e della frequenza del respiro, al pari di quanto si osserva nel condizionamento della paura.
La paura è uno stato emozionale che si attiva per motivare l’organismo a fronteggiare eventi che lo minacciano
L’ amigdala aveva il ruolo fondamentale di sistema di allarme del cervello in grado di padroneggiare, nell’arco di una frazione di secondo, il lobo prefrontale (in cui ha sede la razionalità) per far fronte all’emergenza. Tali informazioni raggiungono l’amigdala attraverso percorsi diretti provenienti dal talamo (strada bassa) e da percorsi che vanno dal talamo alla corteccia e dalla corteccia all’ amigdala (strada alta). La via talamo-amigdala è più breve e il sistema di trasmissione è più veloce. La strada bassa, non sfruttando l’elaborazione corticale fornisce all’ amigdala solo una rappresentazione rozza ed imprecisa dello stimolo, innescando così una risposta meramente emotiva e consentendo al cervello di cominciare a rispondere al possibile pericolo.
Lo so. Lo so, la premessa è troppo dettagliata, troppo specifica, piena di paroloni scientifici, e avete ragione anche voi, semmai qualcuno leggerà questo post, ma quando combatti una guerra quotidiana devi conoscere il NEMICO.
Ci sono diverse teorie sulle cause degli attacchi di panico ed ansia, quella scientifica che ti dice che hai uno squilibrio biochimico e quindi la tua amigdala è sempre in on ed una meno scientifica più introspettiva personale ed addirittura caratteriale che ti dice che la tua ansia viene da lontano impara ad ascoltarla... SEI TU… col cazzo sono IO!!! Scusate!!!!
Inutile dire che io credo ciecamente alla seconda a meno che qualcuno non si sia impossessato del mio cervello a mia insaputa.
L’amigdala, sentite che nome di merda –riscusate - è la responsabile delle mie infondate paure e dei miei inferi quotidiani.
All’inizio di questa battaglia “la stronza” aveva un sacco di armi e cambiava in continuazione il campo di battaglia, inutile dire che perdevo sempre.
Ci sono stati scontri titanici, alcune volte si combatteva in volo - io con un ATR42 un piccolo aeromobile civile – “lei” la stronza con Il Grumman F/A 18  il caccia multiruolo di Marines e Marina USA, altre volte la battaglia era navale io con la zattera della piccola Flo Robinson (cartone anni 80 per chi non la conoscesse) “LEI” la stronza con TRIESTE nave d’assalto della Marina militare italiana, insomma avete un po’ capito!
Dopo un paio di anni, pagando un po’ di soldini, sono andata dal Sig. Generale esperto di guerre contro l’amigdala, gli ho spiegato la situazione e mi ha detto, figliuola sei un po’ nella merda ma cazzo io sono un Generale mettiamoci a lavoro subito, piani, stratagemmi, ipotesi, e teorie, orari e luoghi sono stati setacciati e vagliati a lungo.
Il Generale non si arrendeva, io un po’ meno, milioni di volte, sono andata da lui a presentare il mio ritiro ufficiale dalla guerra, ma lui non voleva saperne di arrendersi e mi richiamava agli ordini più o meno così:
Generale: da dove viene soldato?
Io: da Palermo, da Palermo Signore.
Generale: Due sole cose vengono da Palermo, Tori e checche e tu non hai le corna… aspetta tu non sei un uomo… neanche un soldato… e lì si perdeva pure il Generale e ci ritrovavamo a parlare del suo passato di uomo nato ad Avola,  e di un nuovo incontro per rivalutare la situazione e vecchie e nuove strategie.
P.s.:
Le mie strategie sono state:
combatterla frontalmente – risultato catastrofico;
fare finta di niente ignorandola – risultato semi catastrofico;
ingannarla distrarla un secondo e provare a muovermi lo stesso dentro i terrificanti territori della paura – risultati discutibilissimi;
Non fare niente e stare a letto – non dico niente sui risultati;
Imprecare in tutte le lingue del mondo anche quelle a me sconosciute- bhè!;
Pregarla di fare pace – non mi ha ascoltata;
Convincerla che uscire non è così male e che le persone sono buone e che ame piace fare un sacco di cose, trovare qualcosa che non turbi entrambe – no no e ancora no;
Piangere e strillare più forte di lei – bhè!
Terrorizzarla dicendole che avrei preso farmaci e che non avrebbe più avuto nessun potere, NE SS U NO – non mi ha creduto più di tanto;
La psicoterapia però comincia a indebolirla, sento che un po’ la teme, quindi oltre a combattere con l’amigdala combatto anche contro il dubbio atavico continuo solo con la psicoterapia o mi gioco il tutto per tutto tipo terza guerra mondiale e scendo in campo con i farmaci????

martedì 11 giugno 2019

L'ESSENZA -IL SILENZIO

Chi definisce cosa è strano, bello, brutto, giusto, sbagliato.
Cosa pensano le persone quando non hanno niente da fare, cosa fanno nelle loro teste, in quali spazi si perdono, si rifugiano.
Ci si sveglia al mattino e si sale su un palcoscenico chiamato vita, c’è un intera giornata davanti e si cerca di affrontarla al meglio, lavoro, casa, impegni quotidiani, spesa, cucinare, figli, cani, amici, marito, compagno, colleghi, bollette da pagare, palestra, aperitivo, medico, esci vai fai torna … esci vai fai torna… il classico tam tam quotidiano.
Negli ultimi tempi osservo molto le persone, ascolto le loro parole, osservo i loro gesti e l’unica cosa che riesco a vedere in giro è un malcontento quotidiano, fatto di lamentele e di problemi da risolvere, si dice è la vita, io dico la vita non può essere solo questo.
Siamo tutti alla ricerca di qualcosa, un lavoro migliore, una relazione migliore, ci scomponiamo e ricomponiamo milioni di volte al giorno, diciamo di stare bene quando stiamo male e quando stiamo bene ci lamentiamo di quello che non abbiamo e che vorremmo avere, quindi ritorniamo a stare male e facciamo finta di stare bene.
Credo che l’essere umano sia un controsenso vivente.
Si va in vacanza e si finisce per pensare a quel che si deve fare rientrando in città, si va al mare e si pensa ad organizzare cosa si farà al rientro, si lavora e si pensa alla lista della spesa ed alla visita medica del pomeriggio, e si arriva a sera e si pensa a tutta la giornata trascorsa cercando già di organizzare il giorno dopo.
Ma quando ci godiamo realmente quel che facciamo?
Godere del relax del mare mentre ci si trova al mare, godere di una passeggiata mentre si fa una semplice passeggiata, respirare il profumo del mare e respirare quella sensazione, lasciarsi cullare dal caldo del sole, osservare un tramonto e perdersi nei incantevoli colori, gustare un cibo prelibato e sentirne veramente i sapori.
Credo che abbiamo perso l’essenza, usiamo i nostri sensi in modo del tutto insensato.
Ordiniamo un piatto al ristorante e quando arriva gli facciamo una foto, non si pensa più al gusto del piatto ordinato ma al piacere che la foto del piatto ci darà se postato su un qualsiasi social, andiamo ad un concerto e guardiamo il concerto attraverso un cellulare per riprendere il concerto che stiamo già vedendo. 
Il qui ed ora.
Sono le 10.20 sonoe da stamattina è successo questo:
la mia responsabile mi chiama dall’ospedale deve subire un intervento per l’impianto di un pacemaker e mi dice:
“adesso cerco di farmi dare meno giorni di degenza perché ci sono cose da fare in ufficio e sono in ansia”.
L’ho ascoltata e dentro la mia testa è comparso un grosso punto interrogativo, come si decidono le priorità? L’ufficio è davvero più importante della propria salute? Un pensiero che ci assilla può avere davvero la priorità su cose come il rispetto della propria salute? Quale arcano criterio fa sì che l’irrazionale la spunti sul razionale senza se e senza ma.
La mia collega entra tutta elettrica nella mia stanza e mi dice:
“oggi sono venuta in pullman a lavoro ho lasciato la macchina a casa”.
Ed io: Come mai?
Lei: “mi sono svegliata con una strana sensazione, ho pensato che se avessi preso l’auto mi avrebbe fermato la polizia e visto che ho la patente scaduta da un mese (ed in questo mese ha sempre preso la macchina per recarsi in ufficio) ho preferito venire in pullman”.
Ed io: Anto è perché la polizia ti ha fermata tre giorni fa e adesso hai paura.
Lei: effettivamente hai ragione.
Quanto sappiamo essere irragionevolmente irrazionali, quanto spesso le nostre scelte sono guidate da pensieri del tutto assurdi, da probabilità create dalla nostra mente e che in realtà non esistono.
Io ormai conosco le mie paure (più o meno), sebbene le mie siano proprio strane, cerco di guidare la mia mente, di educarla, ho una mente maldestra ultimamente, però sono diventata più consapevole dei miei meccanismi insensati e cerco di schivarli di non cascarci tutte le volte che posso.
Quando vivi per tre anni con ansie, fobie ed ossessioni, una fitta coltre di nubi ti si piazza davanti agli occhi e vedi tutto nero.
La cosa più assurda di tutto questo però è che impari a conoscerti profondamente, ed all’inizio è tremendo, poi però piano piano le nuvole iniziano a diradarsi un po’ e tu ti senti una sorta di guru osservando te e le persone che ti circondano.
Alle volte quando tutto è più calmo ascolto le ansie altrui, riconoscerei una persona nervosa o in ansia ormai dal semplice movimento degli occhi, e mi chiedo perché siamo tutti così stupidi da lasciarci tormentare per ore o giorni da problemi che poi in fondo sappiamo di risolvere.
Restiamo giorni con il broncio in attesa di risolvere un problema quando la vera meraviglia sarebbe porsi di fronte al problema non con ansia e terrore ma con semplice analisi e relativa risoluzione, quanti crampi allo stomaco ci eviteremmo e quanti gastroenterologi guadagnerebbero meno.
Ora non credo che diventerò una sciamano, neanche uno di quei vecchi saggi indiano, però una cosa credo di averla capita i pensieri sono pensieri e non sempre dobbiamo darli per veri.
La prossima volta che vado al mare voglio godermi il mare, ascoltare musica e fare silenzio. La mia testa ha bisogno di un po’ di silenzio a forza di parlami sempre ho fatto più casino, non a caso le cose belle arrivano quando non ci pensi, quando la tua mente è libera.
Allora oggi cerco di fare un po’ di silenzio per me dentro di me!

lunedì 10 giugno 2019

IO "NON" TI TEMO - CERCASI MANUALE D'ISTRUZIONI

IL PRIMO INCONTRO CON LO PSICOTERAPEUTA - TCC E DINTORNI
In psicoterapia, ai primi incontri, lo psicoterapeuta ti dice che giungere alla remissione del disturbo è come fare un viaggio (ti addolcisce la pillola), a me disse che il mio VIAGGIO sarebbe stato Palermo – New York , ma che ci sarebbe stata la possibilità che non avrei potuto prendere un volo diretto, ed in quel caso avrei dovuto fare molti (capii dopo che molti poteva anche voler dire centinaia) scali ma che alla fine sarei arrivata sana e salva a New York.
Evviva pensai io!!! Io ho fatto per anni l’assistente di volo che ci vuole, un paio di giorni, settimane, un mese, visto questa miriade di scali, e poi si torna a casa, siiii, esultai, posso farlo. (per inciso non esultai, non avevo capito quasi niente, ma qualcosa dentro mi diceva si può fare).
Mi disse che dentro al trolley avrei dovuto mettere solo poche cose, tempo e pazienza, non saprò mai perché non mi parlò della forza e del coraggio, a causa loro sono dovuta tornare a casa milioni di volte, me ne dimenticavo in continuazione quasi ad ogni scalo e non c’era verso di ritrovarli lì dove mi trovavo, dovevo tornare a casa… un po’ come nel gioco dell’oca … fai tre passi avanti e 1.750 indietro e stalla lì per un po’.
Quando sei alle prime sedute non hai ancora le idee ben chiare, ascolti poco perché sei distratto dal mondo che ti è crollato addosso e soprattutto perché non riesci proprio a capire come mai una settimana prima stavi bene ed all’improvviso tutto diventa difficile, parlare, respirare, camminare.
Ti senti male e cerchi aiuto, io ero arrivata in terapia con le risorse fisiche e mentali di un bradipo morto nel 1819, stanca ero stanca, volevo un volo diretto Palermo – New York e sul quel volo volevo solo dormire, non è vero non volevo neanche fare un volo diretto io volevo avere il dono del teletrasporto… ok parto sono arrivata … finito!
Ma quanto ero ingenua ai tempi!!
Voli, diagnosi parole, disturbi, era tutto confuso, di cosa stava parlando quel piccolo uomo ottantenne seduto di fronte a me che con tono pacato, ma seriamente incisivo e perentorio, mi raccontava di quel che mi stava accadendo. Io piangevo ero disperata e lui parlava, parlava, parlava.
Ricordo ancora quel pomeriggio, ho solo annuito alle sue parole e uscendo da quello studio le uniche parole che ricordo ancora, sono state: “Ricorda, dice lui, il primo comandamento della TCC è … AMO ME STESSA PERCHE’ MI CONVIENE”! Io lo guardai e pensai tra me e me, ma che cazzo vuole dire questo, salvo scoprire, nel tempo, che dovevo fidarmi di lui, capire le sue metafore, affidarmi ed affidare, perché il Prof. Love (il nomignolo con cui lo chiamo) era l’uomo seduto alla torre di controllo, io stavo per schiantarmi e lui sapeva come farmi riprendere il volo, dovevo solo ascoltarlo, lui da lì in poi è diventato il mio manuale audio video di… COME VIAGGIARE DA SOLI SU UN VOLO 747 IN CUI TU SEI… IL COMANDANTE, IL COOPILOTA, TUTTI GLI ASSISTENTI VOLO E L’ADDETTO ALLE OPERAZIONI DI SBARCO, AH DIMENTICAVO DURANTE IL VOLO NON C E’ UNA SEMPLICE TURBOLENZA C E’ UN TORNADO E TU SEI DENTRO L’OCCHIO DEL CICLONE … E TU (CIOE’ IO) … NON SEI UN FOTTUTO PILOTA!!!.
Bello no!!!!
Credo di essermi amata molto all’inizio di questo viaggio di aver dato il meglio di me per me in termini di amore, risolutezza, coraggio, forza e pazienza, tonnellate di pazienza ma per certi aspetti questo disturbo ancora oggi riesce a stupirmi.
E’ camaleontico, maldestro, a tratti ripetitivo e stancante, ma quanto mi stanca…
Relazionarsi con percezioni sensazioni e impulsi, (belli gli impulsi… il tuoi muscoli si contraggono a tal punto da avere dei veri e propri spasmi o tic … bhè questo ancora non l ho capito bene, ti prendono all’improvviso, viso, bocca, gola, occhi, gambe, una serie di movimenti scoordinati che senti di dover fare credo per liberarsi dalla tensione), cerchi di non pensarci un istante, magari ci riesci anche mentalmente, finchè il corpo e qualcosa dentro decide di far di testa propria e tu non ce la fai a non pensarci!
E pensi al disturbo e pensi a te con questo disturbo e pensi che non vuoi il disturbo e più ci pensi più tutto va a buttane … in un circo continuo di azioni e ripetizioni stancanti. E fuori dalla tua testa c è la vita, ma la tua testa è troppo impegnata a pensare a te al disturbo e vaffanculo e vaffanculo.
Anche stamattina è stato così ansia che sale ansia che scende, spasmi, un corpo martoriato dal niente, solo mi fa male, brucia, allora trovo rifugio nella scrittura per spiegarmi e per spiegare, semmai qualcuno leggesse questo blog, e non implodere, l’implosione non mi piace, implodere per me vuol dire avere un attacco di panico, quindi meglio un disturbo alla volta che tutto insieme.
Prendo questo frullato di pensieri, e sensazioni e li trasporto fuori da me cercando di trovare l’essenza di me, il mio centro, la mia vita.
Cerco di staccarmi dal problema ma siamo ancora incollati io e lui.
Scrivere di questi fastidi improvvisamente mi rende calma mi aiuta a sopportarli o forse mi aiuta dimenticarli o forse calmandomi tutti i sintomi magicamente scompaiono, credo sia così.
Comunque, io questo viaggio alla fine l’ho iniziato, armi e bagagli e sono partita, dove sia arrivata non lo so ancora, alcune volte mi sembra ancora troppo vicina a casa ed altre invece credo che qualche tappa io l’abbia raggiunta… di New York nessuna traccia ancora, ma in cuor mio sento che non deve essere poi così lontana.

giovedì 6 giugno 2019

LA TRATTATIVA - kramer contro kramer

Si dice che ognuno di noi abbia un bambino interiore e che di lui bisogna prendersi cura amorevolmente.
Al momento il mio bambino interiore sembra essere Megan MacNeil la splendida bambina protagonista dell’esorcista!!!
Potrebbe anche essere una splendida bambina se solo non urlasse, piangesse e si lamentasse di tutto e di tutti ma soprattutto di me stessa.
Si ribella a cose del tutto normali, si ribella a luoghi o persone, scalpita quando esco, quando incontro persone, quando sono sola, quando guido, quando c’è rumore e quando c’è silenzio, “Lei – Megan” scalpita come se tutto ciò le mettesse paura…  e le desse fastidio, strilla che vuole tornare a casa mettersi sotto le coperte chiudere gli occhi e restare lì accoccolata al caldo ed al sicuro.
Inutile dire che trova modi del tutto singolari per farmi capire che vuole stare al timone della mia vita, a volte mi fa tremare, a volte non mi fa trovare le parole, a volte mi parla incessantemente tanto da non consentirmi di ascoltare chi mi sta intorno. E’ un dialogo infinito tra me e lei… tra me e me tra me e non so chi, ma è comunque un dialogo incessante.
Alle volte è più o meno così: Voglio tornare a casa, voglio tornare a casa in un crescendo di note e poi arriva l’acuto.
Oppure… sto svenendo, sto vomitando, non respiro, ho la nausea e mi sta per rompere il collo in un crescendo di note e poi arriva l’acuto.
La psicoterapia TCC ti dice - Fase I - di non ascoltarla di portare l’attenzione altrove… di provare e riprovare, sposta l’attenzione, canta, canta e pensa a lavorare, lavora e pensa ai viaggi che potresti fare, pensa a come arredare un ipotetico giardino, oppure pensa a cosa faresti se fossi tu al timone della nazione, pensa al sole, al cielo ed alla luna, descrivi la tua stanza, descrivi i tuoi colleghi e buttati in conversazioni sterili con i tuoi colleghi attempati che parlano di malattie, di cucina o dei loro figli… interessante Cazzo!!! Se non fosse che io un po’ sociopatica lo sono sempre stata e che dopo tre secondi esatti mi viene da pensare che sarebbe meglio essere lobotomizzati!
Fase II – Ignorala non fare niente sai che questa vocina non ha senso … è la paura che ti parla… non dire e non fare niente… non ti innervosire, non reagire lasciala scorrere… una sorta di morto a galla… e poi riemergi, così si dovrebbe passare da un acuto a una dolce voce di sottofondo, fino al silenzio, che bello il silenzio peccato arrivi solo quando dormo, perché (è questo vale per tutti gli ansiosi cronici) chi è in ansia ha anche un subbuglio dentro da far invidia alle reti dei pescatori ingarbugliatissime… e se non sei esperto resti lì, tu fissi la rete e la rete fissa te!
Una battaglia lunga ed estenuante che dura da tre anni a metà tra le crociate e la I guerra mondiale, inutile dire, dispendio di energie a parte, che i risultati sono lenti ad arrivare.
Fase III – tempo e pazienza – fare piccoli passi nella giusta direzione – accorgersi dei piccoli cambiamenti e complimentarsi con se stessi per ogni piccolo passo. Ho paura di guidare e non so perché, bene guido e mi dico che sono stata bravissima, Io…: cazzo guido da 40 anni e mi sono rotta i coglioni di essere diventata una che si spaventa della sua stessa ombra! SIPARIO!!!!
Ho paura di andare in un posto (qualsiasi posto) vado e cerco di stare serena (ahahahhah rido da sola) allora ci vado ed anche se poi ci sto una merda mi dico ma che sono brava ci sono andata. Io…: ma è mai possibile che devo avere paura e non so neanche io perché e mi rovino le giornate da sola!!!! Cogliona!!! SIPARIO!!!
Ma nel frattempo, devi lavorare e relazionarti e la testa ti esplode, perché pensare troppo e male ti stressa!!!!
Fase IV – la scrittura – scrivere i tuoi pensieri per far sì che escano dalla tua testa e non ti avvelenino… ecco questo è veramente liberatorio… non a caso tutti gli ansiosi cronici scrivono, scrivono sui forum dedicati per cercare rassicurazioni sulle proprie paranoie confrontandosi sui sintomi e le seghe mentali, scrivono a tutti loro amici cercando rassicurazioni, scrivono libri e blog, comunque scrivono, e allora scrivo pure io, scrivo per esternare sensazioni e parole, lato positivo della scrittura ti stressi meno rispetto a sposta l’attenzione, non riversi queste cagate sugli altri… ed alle volte se riesci a rilassarti, la scrittura ti strappa anche un sorriso. La scrittura è terapeutica almeno per me. Lato negativo non puoi scrivere tutto il giorno!
Avevo anche provato a rilassarmi con la pittura (dipingo anche bene), con la musica, la lettura (adoro leggere, anche se ultimamente sono diventata monotematica), la corsa, lo yoga, arrampiacata sportiva indoor ed outdoor ma niente mi rilassa come scrivere i miei pensieri e le mie sensazioni, un racconto infinito di lacrime e risate, perché l’ansia è anche divertente, dipende da quale prospettiva la si guardi.
Io ho sperimentato cose incredibili quando la mia ansia esce allo scoperto!!!
Alcune volte quando i sintomi fastidiosi si ritirano per un po’ e quindi la mia ansia è solo mentale riesco anche a divertirmi… dissimulare le proprie paure quando ci si ritrova in contesti sociali è la cosa più buffa che possa esistere, soprattutto quando gli altri interpretano i tuoi sguardi ed i tuoi gesti come qualcosa di unico e magico, mentre tu dentro ti senti morire. E’ bello quando le persone che sono con te, ignari del tuo senso di morte, ti guardano e ti dicono: “i tuoi occhi brillano si vede che per te è un momento unico”, oppure “vorrei essere come te che sei sempre così tranquilla”, è carino anche il …”tu sì che puoi fare tutto”, ma il top è… “io so a cosa stai pensando” (è questo è il momento più divertente … si lì rido di gusto , e penso allora ti prego dimmelo perché io non ne ho la più pallida idea sento solo parlo confuse che viaggiano alla velocità della luce) tu stai pensando e lì si aprono scenari inimmaginabili, allora io per carineria annuisco e dico: “e già stavo proprio pensando a questo mi leggi nel pensiero.”
Ma la scena madre quella che mi strappa un sorriso è questa:
Tardo pomeriggio, mi decido e telefono ad mio amico (al quale tengo particolarmente) chiedendogli se aveva voglia di incontrarci in un negozio di libri in centro perché volevo acquistare un libro e poi fare una passeggiata, chiamo … bla bla bla.. lui dice si. Chiudo la chiamata e ansia, panico, ommiodio, devo uscire allarme rosso, allora respira, respira, respira e prego dio di farmi diventare solo per quelle poche ore Mahatma Gandhi, di farmi ritornare a tre anni prima quando non mi si scatenava il panico per un uscita, gli dico che se mi avesse aiutato in cambio avrei portato coperte a tutti i senzatetto della mia città per un anno, due anni, cazzo, tre anni, NIENTE Dio era impegnato con altro giustamente (e poi sapeva che una con l’ansia non esce di notte a portare coperte agli sconosciuti).
L’ansia era galoppante, che faccio:
ipotesi 1) lo richiamo e gli dico che non ero io al telefono.
Ipotesi 2) lo richiamo e gli dico che mi sono accorta solo adesso di aver subito un intervento agli arti inferiori nella notte, ecco gli dico non so come ma mi hanno amputato le gambe questa notte, scusa ma non posso proprio uscire.
Ipotesi 3)  lo richiamo e bla bla bala bla
Ipotesi 4) ESCO LO STESSO.
Naturalmente è questo lo si impara nel tempo ci esce lo stesso – la prima cosa che impari in terapia è: NON DEVI EVITARE DI FARE LE TUE COSE PERCHE’ TI AUMENTA L’ANSIA, TANTO GIA’ CE L HAI, CHE TI CAMBIA.
Quindi, mio malgrado, e giusto per dare un senso anche a tutti i soldi spesi in questi anni scelgo la 4, la fottuta ipotesi 4.
Guido tremante lungo le strade insidiose della mia città, posteggio, raggiungo il luogo dell’incontro come una sposa che si incammina lungo la navata che la porterà all’altare, non vedo niente, tutto è offuscato (evidentemente camminavo come uno scoiattolo impazzito), mi fermo un secondo per cercare di capire dove mi trovo, perché mi trovo lì e riprendere un minimo di confidenza con me e con i miei arti pietrificati, ci riesco!!! Bene, apro la porta del negozio, mi ritrovo davanti il mio amico, le gambe stanno per piegarsi e cedere sotto la forza di un improvviso svenimento, (naturalmente non sono mai svenuta , ma la sensazione non ti agevola molto durante il giorno) allora… riesco con un balzo ad appoggiarmi a lui esausta (per fortuna lui è altissimo ed il mio viso arriva alla sua pancia) mi appoggio, mi sforzo affinchè il collo pietrificato non si rompa e riesca a farmi dare uno sguardo al suo viso anche perché fissargli la pancia non sarebbe stato il massimo e poi dovevo pur salutarlo, in qualche modo dovevo arrivare al suo viso, così alzo lo sguardo mi veniva da piangere dissimulo faccio un sorriso e dico: “ma tu con questo cappotto stai benissimo”, mi fa male tutto, allora lo fisso un secondo per riprendere fiato…sfodero uno sguardo raffinato, occhi lucidi a cerbiatto, silenzio…  e lui con fare compiaciuto, quasi entusiasta di quella mia struggente performance mi dice : “non mi avevi mai guardato così!!!” quasi a dire ma stai flirtando con me??? ed io: “deve essere perché oggi indossi questo cappotto, sei bellissimo!!!”.
Risultato avevo appena flirtato con il mio amico che conosco da ben dodici anni!!!! SIPARIO
Fase V – accettazione – questa è fresca fresca, non ne so ancora molto.
Ma… ho deciso di darmi una tregua. Provare a far dialogare questa parte di me irrazionale con quella razionale, dando ad ognuna una propria voce, senza gridare, urlare e piangere. Accettazione ed ascolto. Sono curiosa e ansiosa, fiduciosa e sfiduciata, triste e felice, insomma una bipolare con l’ansia! dai che ne esco fuori alla grande!!!
O

lunedì 3 giugno 2019

LA SCOPERTA DEI SUPER POTERI - PANIC ATTACK


E poi un giorno qualunque di un anno qualunque (esattamente tre anni di psicoterapia fa) ormai scandisco il tempo in base all’inizio del “problema/fastidio/secondo me la scienza dovrebbe chiamarlo “ommiodio”... quindi dicevo… dopo attenta riflessione, analisi… elaborazione, ragionamento, raccoglimento, consideratezza, RUMINAZIONE, inizio finalmente a capire qualcosa di questo sano ed insano meccanismo di “attacco o fuga”.

Ciao buongiorno mondo dico io, tutta felice ancora intorpidita dalla fase sonno, che meraviglia il sole, gli uccell… non riesco a finire la frase!!!

Buongiorno un cazzo dice il mio cervello!!!
Ma stai scherzando, guarda cara non va bene,  NON VA BENE!!!
Fuori ci sono dei pericoli non ben identificati dobbiamo essere pronti a difenderci e tu sei lenta, troppo lenta e sei ancora addormentata.
Stai solo pensando a vestirti e farti la doccia, addirittura pretendi di prenderti il caffè seduta e fare colazione.!!! Qui stiamo rasentando il ridicolo. Faccio io!!!
Sveglia presto!!! Stomaco – chiuso, nausea – attivata, sgancio dei componenti interni, attivazione allarme mode-on - adrenalina, cortisolo sganciati (evito di elencare tutte le altre somatizzazioni  però in ordine di importanza ci sono anche le vertigini, il sentirsi ubriachi di prima mattina e le pulsazioni impazzite)!!!

E così il mio cervello mi protegge, lo ringrazio ogni mattina per questo, poniamo il caso che in ufficio ci siano dei dinosauri o mostri a quattro teste che vogliono uccidermi bisogna essere pronti a fuggire o nel caso peggiore a combattere…
Poniamo il caso che guidando nel traffico all’improvviso si apra una voragine pronta a risucchiare l’intero pianeta, l’intera galassia, mica potrei salvare il mondo fischiettando e cantando, l’intero pianeta potrebbe essere attaccato che ne so dagli alieni, dagli unni, da milioni di T-Rex, da Gohan di Dragon Ball!!! E no e no!!! Bisogna essere già pronti!!!

Grazie caro cervello che ogni mattina mi difendi preventivamente da potenziali pericoli “sconosciuti”, grazie, perché non si sa mai se un giorno dovesse succedere davvero qualcosa io ed i miei amici “ommiodio” saremo gli unici a salvarci, d’altronde ci prepariamo da tempo ormai chi più chi meno.
Quindi si credo che tutti noi amici dell’”Ommidio” in realtà siamo fortunati ad avere questa sorta di superpotere se non fosse che come per ogni superpotere che si rispetti c’è sempre il rovescio della medaglia, lascia qualche piccolo strascico e qui cito il mio amico superman anche lui dopo aver usato i super poteri era fiacco alle volte per non parlare della criptonite che lo faceva proprio balzare per terra.
Nel mio caso.. ecco anche stamattina sono pronta, sono le 9.16, il mio corpo è pronto come ogni mattina dalle 7.00 ora in cui suona la sveglia, muscoli gonfi, occhi che scrutano tutto anche un piccolo movimento di un acaro, nervi ben tesi,viso contratto e non ruggisco per non impressionare i colleghi… e…. adesso … 3/2/1… IMPLODO!!!
IL MIO ROVESCIO DELLA MEDAGLIA E’ L’IMPLOSIONE, CERTO CI SAREBBE UN’ALTERNATIVA MENO ORTODOSSA PER ALLEVIARE LE RIPERCUSSIONI DI QUESTO CHIAMAMOLO DANNO COLLATERALE…TIPO CORRERE COME ROCKY BALBOA A RITMO DI GONNA FLY NOW O FARE FLESSIONI E URLARE A PIU’ NON POSSO ADRIANAAAAA…  MA IL MIO UFFICIO E’ PICCOLO ED I MIEI COLLEGHI ANZIANOTTI NON CAPIREBBERO…
Quindi niente preferisco lavorare seduta come una persona qualunque al mio pc senza che il mondo fuori sappia dei miei superpoteri...però quanto sarebbe bello se qualcosa accadesse potrei salvare l’intera umanità!!!