martedì 9 luglio 2019

Date da bere agli assetati

DATE DA BERE AGLI ASSETATI
E’ proprio il caso di dirlo… l’ansia ti aiuta a scoprire milioni di cose nuove, inaspettate!!!!
Una delle cose che ho subito dovuto imparare a gestire (attenzione avrei dovuto scrivere : imparare a non dare troppo peso) è stato il magnifico tremore alle mani.
Di per sé nulla di grave il tuo cervello decide da solo che quella situazione può essere un potenziale pericolo e ti inonda di adrenalina, che vuoi che sia un po’ di adrenalina in più, se non fosse per il fatto che…ti capita sempre nei momenti meno opportuni.
Il mio classico ormai è: in qualsiasi luogo (adesso un po’ meno) in cui bisogna prendere oggetti tipo bicchieri o tazzine (molto meno con le posate) è stupefacente ed irrimediabilmente puntuale.
Non c’ è tecnica che regga, il respiro lento di certo no, l’unica sarebbe scrollarsi le mani a più non posso prima di prendere il bicchiere, ma lì dovresti spiegare agli ignari signori davanti a te che diamine stai facendo, e ripiegare sulla storia di un tic improvviso - alla Johnny stecchino - non mi metterebbe proprio a mio agio.
Approfondimenti: all’inizio di questo fastidioso tremore, quando la mia mente era molto meno lucida non ci facevo caso (ihihih scherzo), tanto non erano solo le mani a tremare, ma tutto il mio corpo denti compresi e fin qui ci sta, niente da dire, a lavoro ci dovevo andare, la spesa la dovevo fare – in effetti già era complicato fare queste due attività giornaliere, quindi non avevo nulla da dire sull’argomento e poi avevo così tante somatizzazioni insieme che attenzionarle tutte sarebbe stato impossibile 8 non è vero lo facevo e lì ho creduto di impazzire!!! Ma quella è un’altra storia).
Ricordo ancora gli inizi di questo “disturbo e credetemi mai definizione in medicina è stata più azzeccata - in ufficio i miei colleghi mi ignoravano poveretti, penso più per rispetto che per comprensione, non hanno mai detto una parola fuori posto … vedevano che soffrivo come una bestia ma non conoscendone le cause mi chiedevano solo come stai? O mi suggerivano se non fosse il caso di tornare a casa, evidentemente non dovevo avere una buona cera.
Il supermercato era meno intimo quindi non saprei!!!
I mesi passavano ed evidentemente insieme ai mesi trascorsi anche il picco di adrenalina tendeva a scendere un pò, sebbene per me sia ancora un po’ troppo esagerato, non è più ai livelli esagerati di un tempo, ed i tremori mi tormentano a fasi alterne.
Il brutto dei tremori è che non puoi proprio farci nulla e finchè non devi bere o mangiare nulla di grave ma quando ti vengono in quei casi… io non so se ridere o piangere.
I tuoi gentili amici, parenti, o chicchessia, ti passano il bicchiere, oppure hai sete e devi prenderlo tu il bicchiere e le tue mani decidono di avere una crisi parkinsoniana e proprio non ce la puoi fare.
Gradi di difficoltà: 1- prendere il bicchiere è un’impresa impossibile; 2- seppur maldestramente riuscissi a prendere il bicchiere il contenuto dello stesso precipiterebbe fuori come un vulcano in eruzione, 3-  devi considerare cosa cerchi di bere e decidere - se ti va di culo e volevi solo dell’acqua ancora ancora puoi rischiare, ma vino rosso e caffè sono esclusi, i miei vestiti ne sanno qualcosa.
Ora non è che una si vuole lagnare sempre, però, l’ansia generalizzata è una rottura di coglioni!!!
Ricordo ancora la volta in cui un mio amico mi invitò a bere un caffè pomeridiano, dopo la milionesima volta in cui gli davo buca non potevo dire di no, per meglio dire non volevo, ma come sempre in quel periodo stavo di mmerda  (la doppia mm è un rafforzativo) ed il mio senso dell’orientamento ne risentiva parecchio, conosco perfettamente le strade della mia città, ma quando l’ansia è fortissima la confusione regna sovrana.
Comunque con l’aiuto di google maps e prestando molta attenzione alla strada - sembravo un medico appena laureato che si trova ad effettuare il primo intervento di microchirurgia oculare - riesco ad arrivare puntuale all’appuntamento. Posteggio, con fare circospetto e con la gioia di un deportato al campo di concentramento scendo dalla macchina e mi siedo… il mio corpo a quel punto comincia a non essermi più amico e si allea contro di me insieme alla mia già turbolenta psiche… iniziano i tremori, il battito impazzisce etc.. etc.. etc.. … panico.
Lui carinamente mi chiede cosa bevessi, io maledicendomi, cerco di pensare a qualcosa che fosse più grande di una tazzina di caffè, quella era troppo difficile da gestire, una birra era da escludere (alcol ed agitazione nel mio vuol dire attacco di panico), quindi????? opto per un succo.
Un buonissimo succo ace, pensavo che il bicchiere più grande mi avrebbe dato una mano.
Ordiniamo e nell’attesa che il cameriere ci portasse, il mio succo ed il suo caffè, io oltre a far finta di ascoltare quel che il mio amico mi raccontava, pregavo che i tremori si attenuassero e non solo per la figuraccia che temevo di fare all’arrivo nel mio nemico – il bicchiere – ma proprio perché avevo sete, l’ansia provoca secchezza alle fauci è risaputo!!!
Comunque, giusto per non essere eccessivamente prolissa, arriva questo benedetto succo, io fisso il bicchiere, e cerco di fissare nella mia mente una frase del tipo – YES I CAN – allungo la mano cerco di afferrare il bicchiere, e non ricordo sembrava quasi che si muovesse di qua e di là, niente metà succo va fuori e non ero riuscita neanche a sollevare il bicchiere dal tavolo. Perfetto mi dico, mentre il mio amico mi fissava cercando di capire cosa stessi facendo, e credetemi se dico che né lui né io ne avevamo idea.
Mi blocco, e cerco di farfugliare qualcosa circa un terribile dolore cervicale che mi procurava violenti tremori alle mani e aggiunsi per impietosirlo e distrarre la sua attenzione che alle volte addirittura mi si paralizzavano le braccia (la cervicale ha sempre un suo perché), lui sembra crederci e con fare dispiaciuto mi dice qualcosa del tipo spiegami, io glisso, chiamo il cameriere pregandolo di portarmi una cannuccia… e… da lì in poi ho bevuto il succo piegando solo la testa sul tavolo per avvicinare la bocca alla cannuccia… poi con fare mesto finito il succo e stremata dalla fatica tornai a casa.
Certo si potrebbe pensare ad un racconto esagerato, ed in effetti lo è, se non fosse per il fatto che milioni di persone come me imprecano ogni giorno per lo stesso motivo. Quindi ridiamoci su al massimo impariamo a bere dalle bottiglie scusandoci con i presenti per quella che può sembrare cattiva educazione!
SIPARIO!!!

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